“The birds they sang
at the break of day
Start again
I heard them say
Don’t dwell on what
has passed away
or what is yet to be. (…)
Ring the bells that still can ring
Forget your perfect offering
There is a crack, a crack in everything
That’s how the light gets in.”
Anthem
The Future (1992)
Leonard Cohen
- Il ritmo incessante dei DPCM
Il Covid-19 è stato (e, purtroppo, continua ad essere) un acceleratore di processi in corso. Che piaccia o no, il cambio di paradigma è alle porte e il mondo nuovo sta sostituendo quello vecchio. Nulla sarà più come prima.
Più prosaicamente, nel nostro Paese, il ritmo incessante dei DPCM scandisce la progressione (che appare inevitabile) verso il futuro, generale, lockdown. Chiamiamolo “coprifuoco”, se vogliamo, tanto questa è di fatto una guerra (anche se contro un nemico invisibile). E in stato di guerra vale (quasi) tutto, anche la soppressione della libertà individuale a fronte della tutela della sanità nazionale (o, meglio, “regionale”).
L’unica certezza è che viviamo nel periodo dell’incertezza: il proliferare degli interventi d’urgenza (laddove lo strumento dei DPCM, prima ai più sconosciuto, è divenuto oramai “popolare”) acuisce il caos normativo, condito da una serie davvero impressionante di protocolli, indicazioni operative, linee guida spesso in conflitto tra di loro. Provvedimenti scritti velocemente, per rincorrere (e tentare di arginare) l’emergenza sanitaria, spesso contraddittori tra di loro e che generano un livello di confusione nelle persone e nelle aziende i cui effetti sono, inevitabilmente, destinati a proseguire nel tempo, anche dopo la fine (mai così agognata) della pandemia.
A ciò si aggiunge la pluralità di voci e la conflittualità tra lo Stato e le Regioni (dimenticando, per un attimo, le Provincie e i Comuni): la palla scotta e c’è la gara allo scaricabarile. Assumersi le responsabilità, in un clima di campagna permanente, non è di certo la priorità dei nostri decision makers (consiglierei la lettura del libro “Il principio responsabilità” di Hans Jonas, edito nel 1979).
Il cerino è comunque destinato a restare in mano ai cittadini, sempre più smarriti in questa selva oscura. E agli imprenditori, che vivono le proprie aziende come barche nel mare agitato dell’economia, e ai lavoratori in generale, soggetti ad uno stato d’ansia perenne che aumenta con il passare dei giorni.
Come se non bastasse, i terroristi dell’ISIS hanno ripreso il loro folle progetto di seminare il terrore con gli attentati in Europa (recentemente Vienna) e negli Stati Uniti il (quasi) perdente Trump annuncia una serie di ricorsi nei vari stati americani contro i risultati elettorali. Paura, incertezza, smarrimento: queste sembrano le parole che oggi pervadono le nostre vite.
Chi si ricorda il brano classificatosi secondo al Festival di Sanremo 1971 (nell’interpretazione di José Feliciano in abbinamento ai Ricchi e Poveri)?
“Che sarà che sarà che sarà?
Che sarà della mia vita chi lo sa?
So far tutto o forse niente
Da domani si vedrà
E sarà, sarà quel che sarà”
Ecco. Che sarà della nostra vita, chi lo sa?
- Il DPCM del 3 novembre
Per intanto accontentiamoci di capire quel che sarà (nei prossimi giorni, non certo settimane) alla luce del nuovo DPCM del 3 novembre 2020.
È il quarto DPCM che interviene, con cadenza sostanzialmente settimanale, nell’ultimo mese. Si era deciso di “aprire le gabbie” per le vacanze estive, adesso lentamente (ma non troppo) le gabbie si stanno ri-chiudendo. E il ritmo incessante dei DPCM scandisce, inesorabilmente, la nostra discesa agli Inferi.
Le novità del DPCM, che entrerà in vigore venerdì 6 novembre, sono state ampiamente pre-annunciate, come oramai è prassi, nei giorni precedenti, da vari indiscrezioni/fughe di notizie, per poi essere annunciate attraverso un intervento televisivo del Capo del Governo.
Come direbbe Cesare: Italia est omnis divisa in partes tres. E queste tre parti sono contraddistinte da tre colori “caldi”, a seconda della gravità della situazione sanitaria: il giallo (in luogo del verde iniziale, forse per mantenere l’omogeneità cromatica), l’arancione e il rosso.
Alcune considerazioni:
- la classificazione di ogni Regione in uno dei tre scenari indicati è stata decisa dal Ministero della Salute sulla base di ben 21 parametri di riferimento (https://www.ilsole24ore.com/art/i-criteri-suddivisione-paese-tre-aree-ADBYl9z)
Tra questi l’indice di contagio Rt, dei focolai e della situazione di occupazione dei posti letto e della saturazione delle terapie intensive negli ospedali (e viene da pensare, maliziosamente, che questi ultimi due indici sembrano quelli veramente che hanno “pesato”, un po’ come le azioni per Cuccia);
- tali criteri sono già stati ampiamente criticati dagli esperti (https://www.ilgiornale.it/news/cronache/crisanti-smonta-fasce-conte-quellindicatore-non-valido-1901038.html) con addirittura retropensieri maliziosi circa eventuali “trucchi” delle Regioni per aggiustare i dati (https://www.repubblica.it/cronaca/2020/11/03/news/coronavirus_l_allarme_di_crisanti_le_regioni_potrebbero_aggiustare_i_dati_per_restare_aperte_-272866594); d’altronde i dati presi a riferimento sono “vecchi” (visti i tempi di diffusione del virus) di almeno 15 gg. orsono;
- aspettiamoci ora il solito balletto degli esperti (virologi, microbiologi, immunologi, infettivologi, epidemiologi etc.) – ossia le nuove superstar televisive (https://www.liberoquotidiano.it/news/italpress/25107115/esperti-covid-19-sui-media-in-ascesa-crisanti-bassetti-e-pregliasco.html) – sui dati e sulle misure esiziali/necessarie/opportune/sufficienti (e chi più ne ha, più ne metta);
- alcune Regioni (i.e. Campania) che inizialmente erano state poste in zona arancione (sempre secondo le indiscrezioni degli organi di stampa) sono poi state collocate in zona gialla (forse il timore di rivolte sociali non è poi così remoto …);
- le Regioni in zona rossa, ovviamente, non l’hanno presa bene e il duetto Presidente della Regione/Presidente del Consiglio sarà destinato ad occupare a lungo la scena (https://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/lombardia-in-zona-rossa-fontana-da-conte-schiaffo-ai-lombardi_25076246-202002a.shtml);
- Il DPCM resterà in vigore fino al 3 dicembre … salvo modifiche. Invero nel DPCM è previsto (art. 1-bis) che settimanalmente il Ministro della salute, verifica il permanere dei presupposti: duole prevedere che, con il passare dei giorni, il rosso – che per ora conta “solo” 4 regioni – sarà il colore predominante in Italia;
- La discesa verso il lockdown generale (chiamatelo Inferno, se volete) è iniziata;
- Siamo alla seconda “ondata” e già si parla della terza ondata nel mese di febbraio 2021 (https://tg24.sky.it/salute-e-benessere/2020/11/03/covid-terza-ondata-crisanti). C’è da rabbrividire al solo pensiero: gli ospedali sono già saturi, alcuni addirittura sull’orlo della bancarotta (https://www.lastampa.it/topnews/primo-piano/2020/11/04/news/il-gemelli-sull-orlo-della-bancarotta-il-governo-ci-aiuti-o-chiudiamo-1.39496579).
Nessuno si salverà? Quindi, immunità di gregge?
- Le tre “zone” e le rispettive misure
Veniamo ora alla parte, obbiettivamente, più noiosa: l’analisi (dei punti essenziali) del DPCM. Ecco lo schema delle tre zone e delle rispettive misure:
Anzitutto, restano ferme le misure già adottate nel DPCM precedente (del 29 ottobre). Riassumendo, obbligo di mascherina all’aperto e sospensione di una serie (davvero impressionante) di attività: parchi tematici, palestre, piscine, centri benessere, centri termali, sale giochi, sale scommesse, sale bingo e casinò, teatri, sale da concerto, sale cinematografiche, musei, mostre, sport di contatto, discoteche, sagre, convegni, congressi, viaggi d’istruzione, gemellaggio, visite guidate, uscite didattiche.
Viene inoltre confermato il divieto di spostamenti da e per Stati e territori di cui all’elenco E dell’allegato 20 (la grande maggioranza degli Stati nel mondo).
Poi alcune chicche: “con riguardo alle abitazioni private, è fortemente raccomandato di non ricevere persone diverse dai conviventi, salvo che per esigenze lavorative o situazioni di necessità e urgenza”. E ancora: lo “svolgimento delle manifestazioni pubbliche è consentito soltanto “in forma statica” (non male la differenza tra “forma statica” e “forma dinamica”).
La novità è il “coprifuoco” generale in tutto il territorio nazionale dalle ore 22.00 alle ore 5.00 del giorno successivo: sono consentiti esclusivamente gli spostamenti motivati da “comprovate esigenze lavorative, da situazioni di necessità ovvero per motivi di salute” (segue tuttavia la solita “forte raccomandazione” di non spostarsi – per la restante parte della giornata – con mezzi di trasporto pubblici o privati, “salvo che per esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità”).
Per le Regioni in zona gialla viene confermato che l’attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) sono consentite dalle ore 5.00 fino alle ore 18.00. Per quelle in zona arancione e rossa, invece, tali servizi sono sospesi (resta consentita la sola ristorazione con consegna a domicilio, “nonché fino alle ore 22,00 la ristorazione con asporto”).
- Le misure di contenimento nella zona rossa
Prevedendo che a breve il rosso sarà il colore predominante nella Penisola, vediamo partitamente le “misure di contenimento” per le Regioni collocate in tali aree, “caratterizzate da uno scenario di massima gravità e da un livello di rischio alto” (c.d. “scenario di tipo 4”): https://www.today.it/attualita/zona-rossa-nuovo-dpcm.html
- a) è vietato ogni spostamento in entrata e in uscita dai territori e all’interno degli stessi (sempre salvo che “motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute”). Sono comunque consentiti gli spostamenti strettamente necessari ad assicurare lo “svolgimento della didattica”. È consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza. Il transito sui territori in area rossa è consentito qualora necessario a raggiungere ulteriori territori non soggetti a restrizioni negli spostamenti o nei casi in cui gli spostamenti sono consentiti ai sensi del DPCM;
- b) sono sospese le attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità. Sono chiusi, indipendentemente dalla tipologia di attività
- a) è vietato ogni spostamento in entrata e in uscita dai territori e all’interno degli stessi (sempre salvo che “motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute”). Sono comunque consentiti gli spostamenti strettamente necessari ad assicurare lo “svolgimento della didattica”. È consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza. Il transito sui territori in area rossa è consentito qualora necessario a raggiungere ulteriori territori non soggetti a restrizioni negli spostamenti o nei casi in cui gli spostamenti sono consentiti ai sensi del DPCM;
- b) sono sospese le attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità. Sono chiusi, indipendentemente dalla tipologia di attività
svolta, i mercati, salvo le attività dirette alla vendita di soli generi alimentari. Restano aperte le edicole, i tabaccai, le farmacie e le parafarmacie;
- c) sono sospese le attività dei servizi di ristorazione, “ad esclusione delle mense e del catering continuativo su base contrattuale”;
- d) sono sospesi tutti gli eventi e le competizioni organizzati dagli enti di promozione sportiva;
- e) è consentito svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona e con obbligo di utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie; è altresì consentito lo svolgimento di attività sportiva esclusivamente all’aperto e in forma individuale;
- f) salvo la scuola dell’infanzia, primaria e il primo anno di frequenza della scuola secondaria di primo grado, le attività scolastiche e didattiche si svolgono esclusivamente con modalità a distanza (compresi i corsi e master universitari);
- g) sono sospese le attività inerenti servizi alla persona (fra cui parrucchieri, barbieri, estetisti);
- i) i datori di lavoro pubblici limitano la presenza del personale nei luoghi di lavoro per assicurare esclusivamente le attività che ritengono indifferibili e che richiedono necessariamente tale presenza, anche in ragione della gestione dell’emergenza; il personale non in presenza presta la propria attività lavorativa in modalità agile.
In buona sostanza, da venerdì gli abitanti della Calabria, Lombardia, Piemonte e Valle D’Aosta potranno uscire per comprare un profumo, ma non per andare a trovare i propri genitori (https://www.lastampa.it/topnews/primo-piano/2020/11/04/news/nelle-zone-rosse-come-il-piemonte-non-si-potra-andare-a-trovare-la-mamma-ma-si-potra-comprare-un-profumo-1.39499987).
- I vari rimandi del DPCM
Leggendo il DPCM, che è alquanto articolato (14 articoli) balza agli occhi il rimando al coacervo di norme ivi richiamati (ordinanze ministeriali, decreti legge, Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri, leggi del Parlamento) e la mole degli allegati (ben 325 pagine) che contengono i vari protocolli, documenti, linee guida.
Proviamo a citarne (alcuni), per comprendere come finanche il più raffinato giurista faticherebbe ad orientarsi in questo (confuso e poliedrico) mare magnum.
- I protocolli
I protocolli con la Conferenza Episcopale Italiana, con le Comunità ebraiche italiane, con le Chiese Protestanti, Evangeliche, Anglicane, con le Comunità ortodosse, con le Comunità Induista, Buddista (Unione Buddista e Soka Gakkai) Baha’i e Sikh, con le Comunità Islamiche, con la Comunità della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli ultimi giorni; il protocollo condiviso di regolamentazione per il contenimento della diffusione del COVID-19 nel settore del trasporto e della logistica sottoscritto il 20 marzo 2020; i protocolli validati dal Comitato tecnico-scientifico di cui all’articolo 2 dell’ordinanza 3 febbraio 2020, n. 630, del Capo del Dipartimento della protezione civile; il protocollo condiviso di regolamentazione per il contenimento della diffusione del COVID-19 nel settore del trasporto e della logistica» di settore sottoscritto il 20 marzo 2020; il protocollo per la gestione di casi confermati e sospetti di Covi-19 nelle aule universitarie.
- I “documenti”
Il documento di “Prevenzione e risposta a COVID-19 – evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno invernale”, condiviso dalla Conferenza delle Regioni e Province autonome l’8 ottobre 2020; il “documento tecnico sulla possibile rimodulazione delle misure di contenimento del contagio da SARS-CoV-2 nei luoghi di lavoro e strategie di prevenzione” pubblicato dall’INAIL;
- Le linee guida
Le linee guida della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome per gli impianti sciistici; le linee guida emanate dall’Ufficio per lo sport; le linee guida del Dipartimento per le politiche della famiglia; le «linee guida per l’informazione agli utenti e le modalità organizzative per il contenimento della diffusione del COVID-19 in materia di trasporto pubblico»; le “linee guida per la gestione in sicurezza di opportunità organizzate di socialità e gioco per bambini e adolescenti nella fase 2 dell’emergenza COVID-19”; le “linee guida per la riapertura delle Attività Economiche, Produttive e Ricreative”; l’ordinanza del Ministro della salute che determini le aree rosse-arancione-gialle; le linee guida per il commercio e per i servizi per la persona al dettaglio.
Da non confondersi, poi, le “linee guida” con le “indicazioni operative”, tra cui le “indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di SARS-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia”.
In attesa del prossimo DPCM (fra una settimana?) ci rendiamo conto che, come diceva Vasco Rossi, “siamo soli” per (cercare di) non naufragare in questo mare tempestoso. Ma, ricordando il giovane Lorenzo Cherubini, cerchiamo di pensare anche (almeno un po’) positivo:
“There is a crack, a crack in everything
That’s how the light gets in.”
Padova, 5 novembre 2020
(Marco Greggio)